venerdì 22 giugno 2018

Sempre aperto

Riflessioni sul “ ..sempre aperto “
le lobbies che comandano da sempre sul mondo, su questo argomento sarei disposto a rischiare spiegando a chi segue queste riflessioni , determinano le nostre vite.
La narrazione seminata su terreni incolti mi farebbe, forse, immediatamente ottenere la patente del complottista
Certo, lo dico come stimolo ad una riflessione , queste poche persone, ben identificabili, sono ripartite alla grande per la rovina del mondo a loro vantaggio con una malvagità pervertita e patologica : quindi vale la pena di assumersi qualche rischio per aiutare gli amici a formarsi un' idea al netto degli “ incapienti “ culturali.
Basti guardare una moneta da un euro : su un lato l' uomo Vitruviano di Leonardo che, al di là delle interpretazioni ufficiali dell' unione simbolica tra arte e scienza è raffigurato un uomo che pare sodomizzarne un altro.
Anche l'altro lato della moneta con nonchalance riporta sei stelle, sei linee orizzontali ed altre sei stelle : non serve un occultista per sapere cosa rappresenta il numero 666 !
In piazza Affari a Milano, davanti al palazzo della Borsa dove le lobbies decidono il nostro destino, è stato da anni posizionato il cosiddetto monumento di Maurizio Cattelan : una manona a pugno chiuso con il dito medio alzato.
Non è un omaggio a ricordo di Jacovitti ma un segno inequivocabile ed a valenza internazionale.
Per disgregare la società e quindi controllare l'uomo che ormai è uno schiavo felice che si realizza chattando , esprimendosi con un “ mi piace “
e vivendo....” on line … “ c ' è l'imposizione del “ sempre aperto “ per le attività dei centri commerciali.
Nei centri commerciali la gente gira triste come zombie, compra, pranza con i figli sciupa l'inutile vita senza più potersi relazionare con gli altri in modo corretto : non mi meraviglierei se un giorno ci si potesse pure sposare.
Un giorno di riposo per tutti è fondamentale per la tenuta dei rapporti sociali , della famiglia e di coppia.
Ed il settimo Si riposò...........
Il terzo Comandamento da Decalogo ricorda la santità della festa:
” IL SETTIMO GIORNO VI SARA' RIPOSO ASSOLUTO, SACRO AL SIGNORE (ES. 31,15)
Come ci spiega anche San Pio da Pietralcina la domenica significa il giorno del Signore e fu sostituita al sabato perché in tal giorno Gesù Cristo è risorto.
Non c'è alcun lavoro servile che sia permesso la domenica ma solo i lavori di pubblica utilità a rilevanza sociale sono consentiti.
Chi lavora in un giorno di festa commette peccato mortale.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci illumina a proposito del Terzo Comandamento:
“Giorno di grazia e di cessazione dal lavoro”.
2184 Come Dio “cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro”(Gn 2,2), così anche la vita dell'uomo è ritmata dal lavoro e dal riposo. L'istituzione del giorno del Signore contribuisce a dare a tutti la possibilità di godere di sufficiente riposo e tempo libero che permetta loro di curare la vita familiare, culturale e religiosa.
2185 Durante la domenica e gli altri giorni festivi di precetto, i fedeli si asterranno dal dedicarsi a lavori o ad attività che impediscano il culto di Dio, la letizia propria del giorno del signore, la pratica delle opere di misericordia e la necessaria distensione della mente e del corpo.
I fedeli vigileranno affinché legittime giustificazioni non creino abitudini pregiudizievoli per la religione, la vita di famiglia e la salute.
“ L'amore delle verità cerca il sacro tempo libero, la necessità dell'amore
accetta il giusto lavoro “130
All'estratto del Catechismo ora citato non serve un intellettuale illuminato per dare il massimo valore sociale, anche partendo da una dimensione puramente etica a complemento di quello religioso, così avvolgente di un paterno e supremo amore.
Obbligare negozi e supermercati a rimanere aperti durante i giorni di festa é un fatto che disgrega le famiglie e annichilisce sentimenti e rapporti umani, oltre a non consentire di fatto ai fedeli di rispettare i precetti con il ricatto della pagnotta, quasi che la cura dello spirito e l'equilibrio interiore fosse un fatto démodé.
Immaginiamo il marito che fa un certo turno e quando arriva a casa esce la moglie, mentre il figli per solitudine imbarbariscono davanti al televisore che prospetta o modelli sbagliati o modelli di famiglia inesistenti, quand'anche seducenti, da “Mulino Bianco” che stridono con la realtà subita : dopo sei mesi sono tutti degli estranei l'uno con l'altro.
L'agenda dei professori che, senza mezzi termini, mi pare tiri verso modelli di idolatria e non certo verso modelli evangelici, dovrebbe prevedere l'approvazione della legge che imponga: un mese per la famiglia.
Le vacanze, almeno, si dovrebbero fare tutti insieme.