martedì 22 novembre 2016

Ma cos'é il populismo ? " E' come il colesterolo, c'é quello cattivo e c'é quello buono "

 
Ma cos'è il populismo ?

A beneficio dei lettori voglio fornire alcune nozioni sul populismo, oggi il terrore dei farisei del terzo millennio , invitandoli ad approfondire l'argomento perché importantissimo e che, come le elezioni negli Stati Uniti dimostrano, impatterà sul nostro futuro prossimo.

Sintetizziamo definendo il populismo come un'ideologia che vede nel popolo un modello etico sociale.

Un populista medievale " ante litteram", può essere considerato
 Robin Hood : rubava ai ricchi per dare ai poveri.
Un po' l'opposto dei governi di oggi che rubano ai poveri per dare ai ricchi, non mi  si accusi subito di demagogia.
Comunque, con gli occhi dei disillusi, c'è da credere che quando Robin uccise lo Sceriffo di Nottingham   prendendo il potere, impose al popolino stordito ed affamato, nuove ed ulteriori tasse per la ricostruzione del bosco di Sherwood.

Un comportamento populista per tacitare il popolo esasperato, è quello trattato da Alessandro Manzoni nella sua opera " Storia della colonna Infame " che descrive come si crea la caccia all'untore per narcotizzare il popolo.
In breve: un tale Piazza, dipendente pubblico ed un tale Mora parrucchiere, furono accusati di aver diffuso la peste del 1630 ( quella descritta nei Promessi Sposi ).
Dopo avergli rotto tutte le ossa li intrecciarono attraverso i raggi delle ruote di un carro, prima di porre fine alle loro sofferenze uccidendoli e bruciandoli.
Il magistrato che inflisse così grande sofferenza solo per tranquillizzare il popolo si chiamava Monti ( un cognome che mi ricorda qualcosa)

Rimandando all'opera di René Girard " Il capro espiatorio ", tratteggio con modestia un aspetto da lui descritto.

Il sacrificio del capro espiatorio : un atto od un rito attraverso il quale, nella notte dei tempi come nella società contemporanea, gli individui e le società si liberano dalla colpa e dalle consapevolezza scaricandola violentemente su un outsider, definito anche dalla lunga tradizione dei testi religiosi proprio come " capro espiatorio ", riconciliandosi con gli antagonisti e ripristinando l'unità sociale, apparentemente minacciata in precedenza.
Se pensate alle cronache giudiziarie di questi anni, su cui non intendo avventurarmi, troverete l'evidenza della creazione di " capri espiatori ".


                                    Classifichiamo il populismo

Dal vocabolario della lingua italiana alla voce populismo leggiamo: atteggiamento che mira ad accattivarsi il favore popolare mediante proposte demagogiche di facile presa parlando, si dice oggi, alla pancia del popolo. Questo è il senso dispregiativo del populismo.

Ma c'è il senso positivo della parola populismo su cui i lettori non dovranno mai smettere di riflettere nel futuro.

In termini nobilissimi il populismo è un pensiero che tocca le corde più alte del senso di appartenenza al popolo, non come una classe specifica, non come una condizione professionale, non come una pulsione etica come descrisse Freud ma conseguenza di un comune sentire.
Un'ideologia che vede nel popolo un modello etico e sociale ideale.

Per alleggerire il filo del dialogo con il lettore si può affermare quindi che il populismo ha due aspetti come il colesterolo, quello cattivo e quello buono.

Quello cattivo, come ho già sottolineato, parla alla gente con massime che il popolo può sposare con facilità.
Il populismo cattivo infervora da sempre le folle, ponendo nei comizi delle domande che in analisi transazionale vengono definite chiuse: " volete abbattere i costi della politica? "
Implicano una risposta obbligatoria ed una reazione che tutto è meno che un'espressione di convenienza collettiva ed intelligente prospettiva : " Sii "
Si pensi ai populismi di casa nostra ed ognuno di noi coglierà ampi esempi dal vissuto, così triste, di questi ultimi anni della nostra vita.
Questo populismo " cattivo " è l'incubo ed il terrore dei benpensanti, delle anime belle, dei cortigiani e dei radical-chic.

Vediamo il populismo " buono "

L'aspetto più alto e nobile del populismo ha radici storiche molto lontane ma oggi i temi che lo hanno caratterizzato sono più attuali che mai.
Direi, senza timore di cadere nella retorica, vitali per la democrazia stessa, per la libertà del popolo oggi nuovamente in pericolo.

Attenzione in forza di un consumato copione, a non cadere nel tranello di derubricare gli attentati del passato e del presente alla libertà del popolo come teoria del complotto.

Già nel lontano 1892 William A. Peffer, senatore statunitense, denunciava con chiarezza e lucidità le trame delle lobbies : "..... una vasta cospirazione contro il genere umano organizzata nei due continenti e che sta rapidamente prendendo possesso del mondo.... ".

Il populismo dei grandi ideali di libertà, oggi minacciati, parte dalla guerra d'Indipendenza americana con il Regno Unito.

I leader della rivoluzione americana, John Adam, Thomas Jefferson, i padri fondatori quali Bejamin Franklin si opposero allo strapotere della ex madre patria, soprattutto per la pretesa di imporre il monopolio valutario che impediva alle neonate colonie di battere moneta.

Nel non facile compito di ottenere una sintesi comprensiva a tutti, dirò che il vero motivo della rivoluzione americana contro il Regno Unito fu proprio la soppressione della moneta statale cartacea.

I Padri Fondatori degli Stati Uniti si opposero all'istituzione di una banca centrale, ieri come oggi, di proprietà privata: nell '  articolo 1 sezione 8 viene esplicitamente affermato il diritto del Parlamento americano di battere moneta e di regolarne il valore.

La condanna degli speculatori che dovrebbero essere processati per alto tradimento in qualsiasi nazione operino, unisce i Padri Fondatori del settecento con la situazione dei giorni nostri che in ogni paese ha risollevato la bandiera del populismo.

I temi, ribadisco attualissimi, che contrappongono chi lavora e produce a chi sfrutta e specula, trovano tristemente riscontro storico negli scritti di Jefferson e di Adam( 28 ottobre 1813) dove si evidenzia la decadenza dell'economia reale, basata sulle virtù e sul lavoro, a favore di una oligarchia artificiale basata sulla ricchezza e sulla rovina della libera imprenditoria a favore di quelle che oggi chiamiamo multinazionali.

Contrariamente a come si può pensare, in quel caso, il male non vinse sul bene ed i coloni ebbero la meglio contro i sostenitori della Banca Centrale e riuscirono addirittura ad azzerare il debito pubblico.

Il populismo buono, non è un partito di destra o di sinistra ma una scelta di campo di chi ama la democrazia, la libertà, il popolo e di chi pretende un futuro per i giovani nella loro unicità e dignità di uomini liberi.

Significative le parole pronunciate da Ezra Pound contro le banche che avevano scaricato sul popolo i loro errori:

   " .... col pretesto morale che i debitori possedevano schiavi negri.. Nel  mezzo di quella guerra (1861-1865) il governo fu tradito ed il popolo venduto in mano ai Rothscild, intermediari Sherman, Inklehimer e Vandergould "

Dalle vittorie di Jefferson, Washington ad oggi le oligarchie finanziarie hanno avvelenato il mondo ed oggi ci troviamo dove ci troviamo, all'alba di disordini sociali di cui difficilmente se ne potrà prevedere gli esiti.
Commedianti e opinion makers parlano comunque già da tempo di guerra a bassa intensità.

Si pensi che Lincoln, il presidente degli Stati Uniti assassinato, aveva posto in essere diversi provvedimenti per una guerra vera e propria contro gli speculatori che determinò la sua fine : il sostegno alla necessità di emettere denaro sotto il controllo dello stato e non delle banche.

Anche Kennedy, pochi giorni dopo la data del suo omicidio, avrebbe preso provvedimenti nello stesso senso : chi tocca i fili muore.

Sperando sempre di non essere fulminato anch'io concludo citando l'accorato discorso di W.Jennings Brayan, candidato alla presidenza degli Stati Uniti nel 1896 che mancò per una manciata di voti :

         " .. Dobbiamo decidere da che parte stare, se dalla parte degli oziosi
               detentori di altrettanto oziosi capitali, oppure dalla parte delle
               masse dei lavoratori che pagano le tasse e producono la
               ricchezza del paese-

               Abbiamo due idee di governo : ci sono quelli che credono che se
                si favoriscono i ricchi, la ricchezza traboccherà anche sui meno
                abbienti.

                L'idea dei democratici ( quelli veri...), invece, è che se si governa per
                distribuire la ricchezza alle masse, il loro benessere si diffonderà
                 a tutto il popolo.

                Ci dicono che le grandi città sono favorevoli al tallone aureo;
                 rispondiamo che le grandi città si appoggiano alle nostre vaste e
                 fertili praterie.Bruciate le città e lasciateci le fattorie, e vedrete
                 che le città risorgeranno come per incanto; ma provate a
                 distruggere le fattorie, e tutte le città del paese andranno rapidamente
                  in rovina.

                 Noi abbiamo dietro di noi le masse produttruci della nazione e
                 del mondo, e nel loro nome rifiutiamo di farci schiacciare
                 dal tallone aureo : non calcherete sulla fronte dei lavoratori
                 questa corona di spine.

                 NON CROCIFIGGERETE L'UMANITA' SU UNA CROCE D'ORO



Sperando di aver fornito elementi di riflessione interessanti saluto consegnandovi una frase del grande giornalista Enzo Biagi


               " La democrazia è fragile, e a piantarci sopra troppe
                  bandiere si sgretola. "





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